Cancro colorato del platano

COS’È E COSA COLPISCE

Ceratocystis platani è un fungo vascolare che ha come piante ospiti esclusivamente esemplari appartenenti al genere Platanus (P. orientalis, P. occidentalis, P. acerifolia).

Il patogeno, originario dell’America del Nord, si è diffuso in Europa e nel 1954 si sono riscontrati i primi sintomi anche in Italia a Caserta. Attualmente la malattia si può ritenere ubiquitaria nel nostro paese e costituisce un grave problema soprattutto per le alberature cittadine in quanto determina ogni anno la morte e l’abbattimento di numerose piante.

SINTOMI

I sintomi della malattia sono visibili sia sul tronco che sulla chioma.

A livello del tronco, soprattutto se l’attacco è grave, si notano lesioni canceriformi e necrosi dei tessuti più o meno estese, ellittiche o triangolari; la corteccia si presenta liscia, sottile e di colore grigio con caratteristiche venature bluastre a chiazze. Asportando la corteccia al di sotto di queste macchie si nota che il legno infetto appare di colore più scuro e il confine tra la parte ammalata e quella sana risulta netto ed evidente.

A livello della chioma invece si osserva un progressivo deperimento della vegetazione caratterizzato da ingiallimenti fogliari, ritardo vegetativo e sviluppo stentato. Esiste anche una sintomatologia acuta che consiste in un improvviso disseccamento di alcune branche o dell’intera chioma. Le foglie colpite e disseccate possono rimanere attaccate ai rami anche per lungo tempo.

COME SI TRASMETTE

L’agente fungino che causa il cancro colorato infetta i platani penetrando attraverso ferite presenti sul tronco o sulle radici delle piante, ma anche tramite anastomosi radicale, cioè in seguito al contatto di radici tra piante vicine.

Soprattutto a causa delle potature, che creano ferite esposte, e della mancata disinfezione degli attrezzi di taglio, l’uomo è il principale responsabile della trasmissione della malattia tra una pianta e l’altra.

PREVENZIONE E DIFESA

Attualmente, il controllo di tale malattia è quasi esclusivamente di tipo preventivo.

In particolare è indispensabile:

  • effettuare interventi di potatura solo se strettamente necessari e preferibilmente eseguirli durante il riposo vegetativo delle piante;
  • evitare di produrre ferite di grandi dimensioni che creano lentezza e difficoltà nella cicatrizzazione e permettono al parassita di  penetrare più facilmente;
  • disinfettare accuratamente tutti gli attrezzi di potatura con sali quaternari d’ammonio, soprattutto se si notano piante ammalate;
  • ricoprire le ferite con mastici fungicidi e/o cicatrizzanti, che lascino traspirare i tessuti;
  • evitare di ferire le piante inutilmente durante l’esecuzione di altri lavori (es. lavori di pavimentazione nei viali cittadini).

Durante i lavori di potatura è necessario segnalare tutti i casi sospetti e sospendere i lavori se si pensa che vi siano sintomi da cancro colorato. In seguito ad accertamento della malattia potranno essere eseguiti, sotto il controllo di personale esperto, solo i tagli strettamente indispensabili.

POTATURA ED ABBATTIMENTO

Si ricorda che la difesa da questa malattia è obbligatoria ai sensi del D.M. 29 febbraio 2012. Esso stabilisce che i Servizi Fitosanitari regionali devono definire lo stato fitosanitario del territorio di competenza relativamente alla malattia, delimitando:

  • zone indenni dove non ci sono casi di cancro colorato;
  • zone focolaio dove si sono verificati casi di cancro colorato negli ultimi 5 anni;
  • zone tampone di almeno 1 km che separa la zona focolaio dalla zona indenne;
  • zone di contenimento dove la malattia ormai è presente e non più eradicabile;

e stabilire le modalità di monitoraggio e di lotta per ognuna di tali zone.

Nella provincia di Parma le zone focolaio attualmente sono costituite dall’intero territorio del comune di Fidenza, Parma e Sissa Trecasali, mentre tutti gli altri comuni sono stati dichiarati zone indenni (in attesa di nuova determinazione del SFR). Attorno ai confini di tali Comuni è stata istituita una zona tampone di 1 km di ampiezza.

Per poter eseguire potature, abbattimenti e lavori all’apparato radicale di platani è necessario effettuare una comunicazione tempestiva di intervento tramite i moduli appositi che, per il nostro territorio provinciale, va inoltrata all’indirizzo di posta certificata del Consorzio Fitosanitario di Parma. Per le zone focolaio è necessario attendere il sopralluogo da parte degli Ispettori fitosanitari oppure vale il silenzio assenso decorsi i 30 giorni dall’avvenuta comunicazione.

Modulo_privati

Modulo_enti_pubblici

In zona focolaio è vietato piantare nuove piante di platano ad eccezione della varietà “Vallis Clausa”, resistente a C. platani (recente variazione apportata dal Decreto che modifica  il D.M 29 Febbraio 2012) e qualsiasi spostamento di piante di platano deve essere autorizzato dal Servizio Fitosanitario.

In caso di sospetto cancro colorato, l’Ispettore fitosanitario preleverà un tassello di legno da far analizzare; se l’esito è positivo le piante ammalate devono essere abbattute con le modalità indicate dal Servizio Fitosanitario.

DOCUMENTI ALLEGATI:

 Determina nr. 8701 del 21/04/2023.pdf

 Modifica D.M 29 Febbraio 2012.pdf

 D.M. 29 febbraio 2012.pdf