Colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora)

Colpo di fuoco batterico

COS’E’

Erwinia amylovora è un batterio che causa una delle più gravi e pericolose malattie infettive che colpisce le piante appartenenti alla famiglia delle Rosacee. Attualmente le piante ospiti comprendono almeno 150 specie in 37 generi, quelle di maggiore interesse sono in campo frutticolo e comprendono i generi Pyrus (pero), Malus (Melo), Cydonia (cotogno), Mespilus (nespolo); anche molti generi di piante ornamentali e spontanee sono suscettibili al colpo di fuoco batterico (Crataegus, Cotoneaster, Pyracantha, Sorbus, Chaenomeles).

Originaria degli USA, in Italia la patologia è stata riscontrata per la prima volta in Puglia nel 1990, poi si è diffusa sul territorio nazionale interessando anche l’Emilia-Romagna.

EPIDEMIOLOGIA

I batteri che si trovano su piante infette, alla ripresa vegetativa, evadono sottoforma di essudato lattiginoso, specialmente dai cancri che essi stessi hanno provocato, e vanno a costituire il potenziale inoculo per nuove infezioni. La disseminazione di Erwinia da una pianta all’altra e anche a grande distanza è affidata al vento, alle piogge, agli insetti e agli uccelli. Anche l’uomo può contribuire alla diffusione tramite varie operazioni colturali, in particolare con la potatura, e attraverso la commercializzazione di materiale di propagazione infetto.

Il periodo della fioritura è ritenuto il più critico per quanto riguarda sia la recettività della pianta all’infezione, sia per la diffusione dell’inoculo. Inoltre le api, che sono così importanti per l’impollinazione, possono contribuire alle infezioni trasportando sui fiori tali batteri che penetrano molto facilmente attraverso i nettarii. Infatti, tale patogeno ha una penetrazione di tipo passivo nei tessuti delle piante ospiti, pertanto tutte le soluzioni di continuità, quali ferite, lenticelle, stomi e nettarii dei fiori, costituiscono possibili punti di entrata.

SINTOMI

I danni maggiormente distruttivi della malattia si manifestano sul pero e sul biancospino.

I sintomi possono comparire su tutte le parti aeree della pianta e durante tutto il ciclo vegetativo. Alla fioritura si possono osservare avvizzimenti ed annerimenti dei fiori e dopo l’allegagione imbrunimento e disseccamento dei giovani frutticini. Le foglie colpite avvizziscono e disseccano assumendo un caratteristico colore bruno-rossastro. Gli organi colpiti e disseccati tendono a rimanere a lungo sulla pianta e i germogli restano piegati ad uncino. Su rami, branche e tronco, invece il batterio provoca delle lesioni cancerose più o meno espanse con contorno irregolare, di colore scuro, e a volte delimitate e percorse da fessurazioni. Asportando una parte di corteccia a ridosso del confine del cancro si mette in evidenza una colorazione rosso-mattone sottocorticale. Quando il cancro arriva ad interessare tutti i tessuti legnosi della circonferenza del ramo o della branca, si ha un completo disseccamento degli stessi, fino alla morte della pianta.  Da questi tessuti infetti in condizioni di umidità elevata o di piogge si può notare la fuoriuscita di essudato biancastro, a volte di aspetto filamentoso, costituito da cellule batteriche vive che possono poi diffondersi nel modo già menzionato.

E’ necessario non confondere tali sintomi con quelli creati da altre batteriosi, in particolare Pseudomonas syringae, o da patogeni fungini agenti di cancro; pertanto in caso di sintomi dubbi da Erwinia è importante avvisare il Consorzio Fitosanitario che provvederà a prelevare un campione vegetale ed a compiere le dovute analisi.

PREVENZIONE

La lotta al colpo di fuoco è fondamentalmente di tipo preventivo; vediamone i punti cruciali:

  • usare materiale di propagazione sano, prodotto in aree esenti da tale patogeno (Zone Protette);
  • visitare periodicamente i frutteti per controllare le piante ed osservare la presenza dei sintomi sopra indicati;
  • durante il riposo vegetativo asportare rami e branche malate, con cancri e rami con foglie secche ancora attaccate, si consiglia di effettuare i tagli almeno a 70 cm al di sotto della zona ammalata ed estirpare le piante malate a livello del tronco;
  • durante la fase vegetativa asportare le parti della pianta che risultano colpite dalla batteriosi e bruciarle;
  • gli attrezzi usati per l’asportazione delle parti infette devono essere disinfettati;
  • segnalare tempestivamente agli Enti Fitosanitari eventuali sintomi sospetti;
  • altri consigli di tipo più strettamente agronomico sono i seguenti: non eccedere con le concimazioni azotate, evitare l’irrigazione sovrachioma, evitare di eseguire la potatura verde, eliminare le fioriture secondarie, ecc.

LOTTA CHIMICA

I trattamenti in prefioritura sono utili al fine di ridurre l’inoculo batterico e prevenire le infezioni fiorali, mentre i trattamenti durante l’attività vegetativa hanno minor efficacia preventiva e, se l’infezione è già avvenuta, non sono risolutivi.

I prodotti di maggior impiego ancora attualmente sono quelli a base di rame (poltiglia bordolese, ossicloruro e idrossido di rame), prodotti di copertura che rallentano lo sviluppo del batterio e favoriscono la lignificazione dei germogli; altri prodotti utilizzati sono a base di acibenzolar-s-metile, Bacillus subtilis, Bacillus amyloliquefaciens, Aureobasidium pullulans (formulati con registrazione su pero e melo). L’uso di antibiotici in agricoltura è vietato sia per la facilità d’insorgenza di ceppi batterici resistenti che per implicazioni sanitarie per l’uomo.

IL DECRETO DI LOTTA OBBLIGATORIA

Data la pericolosità del patogeno in agricoltura, già a partire dal 1976, la CE aveva emanato una direttiva in base alla quale il materiale vegetale possibile ospite di E. amylovora poteva essere commercializzato solo accompagnato da un documento ufficiale (passaporto delle piante) attestante l’origine di Paesi o regioni riconosciuti indenni dalla malattia. In Italia alcune aree sono ancora riconosciute come Zona Protetta e si ricorda che dal 2018 Parma ha perso questo status*. I vivaisti produttori che si trovano in queste zone possono dare ulteriori garanzie nei confronti del materiale vegetale sensibile a colpo di fuoco batterico mediante l’apposizione della sigla ZP al passaporto delle piante.

Attualmente in Italia è in vigore un Decreto di lotta obligatoria nei confronti di Erwinia amylovora (DM 13 agosto 2020 “Criteri per il mantenimento delle aree indenni…”) i cui punti salienti sono i seguenti:

  • I Servizi Fitosanitari eseguono indagini annuali nelle zone protette, nelle zone cuscinetto e nelle zone di sicurezza per accertare la presenza del batterio sulle specie ospiti sia coltivate che spontanee nei punti ufficiali della rete di monitoraggio, nei vivai, nei frutteti, nei giardini privati e pubblici. 
  • Qualora venga accertata in una zona la presenza di E. amylovora, il Servizio Fitosanitario deve dichiararla infetta e provvedere immediatamente a far distruggere ogni pianta infetta.
  • Il Servizio Fitosanitario deve istituire, attorno alla zona focolaio, una “zona di sicurezza” di almeno 500 m di raggio che deve essere ispezionata accuratamente per accertare eventuali sintomi della malattia.
  • Il Servizio Fitosanitario può vietare la messa a dimora e la commercializzazione di piante sensibili nelle zone cuscinetto, nonché vietare la movimentazione di alveari durante la stagione vegetativa (periodo a rischio diffusione) a tutela delle zone ancora indenni.
  • Sono previste sanzioni amministrative per chi non applica quanto disposto dal decreto o non ottempera alle prescrizioni fitosanitarie.

*DECADENZA DELLO STATUS DI “ZONA PROTETTA DA ERWINIA AMYLOVORA” PER LE PROVINCE DI PARMA E PIACENZA

Attualmente in Italia è in vigore un Decreto di lotta obligatoria nei confronti di Erwinia amylovora (DM 10 settembre 1999) agente causale del “Colpo di Fuoco Batterico” delle pomacee.

Con Reg. UE 791/2018 del 31/08/2018 le province di Parma e Piacenza hanno perso lo status di zona protetta da Erwinia Amylovora, con questa modifica il materiale vivaistico prodotto a Parma e Piacenza non potrà più avere il passaporto delle piante “ZP” e sarà possibile la messa a dimora di piante provenienti da zone non protette.

Si ricorda che, come da Determina regionale n.21288 del 18/12/2018, continuerà a vigere il divieto di messa a dimora delle specie del genere Crataegus (biancospino ed azzeruolo).

DIVIETI

Dal 2001, in Regione Emilia-Romagna vige il divieto di porre a dimora arbusti del genere Crataegus (in particolare modo esemplari di biancospino ed azzeruolo) al fine di limitare la diffusione del colpo di fuoco batterico, pena il pagamento di una sanzione.

Determina regionale n. 20430 del 8/11/2019

MONITORAGGIO

In Provincia di Parma, viene eseguito un monitoraggio annuale per rilevare tempestivamente eventuali focolai della malattia.

Nel 2018 sono stati rilevati 3 focolai ubicati nel comune di Fidenza, sottoposti a prescrizioni fitosanitarie di estirpo o potatura drastica delle piante infette con distruzione del materiale vegetale di risulta. Nel 2019 fortunatamente nessun nuovo focolaio è stato riscontrato, mentre nel 2020 la malattia si è ripresentata nuovamente nel fidentino.