La vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus) è un piccolo Imenottero Cinipide che attacca il castagno. Giunto dalla Cina in Italia nel 2002 (provincia di Cuneo) è presente nella nostra regione dal 2008, segnalato per la prima volta a Carpineti (RE). Nello stesso anno, grazie ad alcune segnalazioni (CFS, privati) i tecnici del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Parma hanno rinvenuto il cinipide in due siti dell’Appennino parmense: Pieve di Gravago in Comune di Bardi e Campora in Comune di Neviano degli Arduini.
Negli anni successivi gran parte dei castagneti presenti nell’Appennino parmense sono stati visitati dai tecnici del Consorzio Fitosanitario Provinciale con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, delle Guardie Ecologiche e dei Consorzi dei castanicoltori. Purtroppo, si è constatata la veloce e progressiva diffusione spaziale dell’insetto e l’aggravamento dei sintomi con ingenti perdite produttive.
L’insetto provoca la formazione di galle (rigonfiamenti verde-rossastri) sulle foglie e sui germogli delle piante riducendo lo sviluppo vegetativo e la superficie fotosintetizzante della pianta che, a lungo andare, porta ad un deperimento progressivo: i castagni si indeboliscono e sono più facilmente colpiti anche da altri parassiti o patogeni, in particolare il cancro del castagno.
Data l’elevata aggressività del cinipide, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nel2006 haemanato un Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria, sostituito l’anno successivo dal DM 30 ottobre2007 inrecepimento della Decisione della Commissione 2006/464/CE recante “Misure di emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno…”. Ben presto però si è potuto constatare che l’eradicazione del parassita è praticamente impossibile e, ad oggi è diffuso in tutto l’Appennino da Nord a Sud, isole comprese.
La lotta chimica non è praticabile in ambito di ecosistema boschivo. L’unico metodo di controllo attuabile è di tipo biologico: esiste in natura un nemico naturale, l’insetto imenottero Torymus sinesis, che parassitizza le larve della vespa portandole a morte. Questa specie è stata portata in Italia, studiata e allevata, in particolare dall’equipe del Prof. Alma della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, nonché introdotta nei castagneti della provincia di Cuneo per verificare la possibilità di adattamento e diffusione del parassitoide alle nostre condizioni ambientali.
Anche l’Emilia Romagna ha attivato nel 2009 uno specifico progetto triennale per introdurre e diffondere nei nostri ambienti il Torymus sinensis al fine di contenere le infestazioni sul nostro territorio. La D.ssa Chiara Delvago dopo numerosi sopraluoghi ha individuato i siti più adatti dove eseguire i rilasci dell’antagonista della vespa cinese in provincia di Parma: dal 2011 ad oggi sono 33 i siti dove sono stati eseguiti interventi di lotta biologica con finanziamenti pubblici.
Guarda il video relativo al programma di controllo del cinipide della Regione Emilia-Romagna negli anni 2009-2014:
Per approfondimenti sul ciclo biologico e sui danni: pieghevole.pdf
Per approfondimenti legislativi: DM 2007-10-30.pdf e Determinazione2012-12-21 16193.pdf
Per approfondimenti sulla lotta biologica in Regione: Il progetto di lotta Bio.pdf
Per approfondimenti sulla lotta biologica nel parmense: POSTER
Attività lotta biologica 2015
La lotta biologica alla vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus) del castagno è proseguita anche nel 2015. Nel periodo di fine aprile – inizio maggio, quando hanno cominciato ad essere ben visibili le galle causate dalla vespa sulle foglie e sui rametti, sono stati rilasciati gratuitamente individui dell’insetto parassitoide Torymus sinensis in 16 castagneti precedentemente individuati in alcune località del nostro Appennino: Baselica, Pontolo e Porcigatone in Comune di Borgotaro; Montarsiccio, Scopolo, Tasola, Fontanino in Comune di Bedonia; Pianadetto e Tre Fiumi in Comune di Monchio DC, I castagni a Palanzano, Casalino a Corniglio; Case Bigarelli a Tornolo, Farfanaro a Compiano, I piani a Terenzo, Ravarano di Calestano ed, infine, a Pellegrino al confine con Varano Melegari. Inoltre, anche quest’anno, alcuni castanicoltori del Consorzio dell’Appennino Parma Ovest hanno contribuito alla lotta biologica acquistando e rilasciando T. sinensis in castagneto.
Dal 2011 ad oggi sono stati effettuati in totale 49 rilasci da parte del Consorzio Fitosanitario di Parma per conto del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna (SFR).
Il 2015 segna la conclusione del progetto nazionale finanziato dal MiPAF e dalla Regione EMR, ma la situazione è già migliorata rispetto all’inizio dell’attività di lotta biologica. In provincia di Parma si è potuto notare, grazie a verifiche relative alla parassitizzazione di galle raccolte nell’inverno in castagneti in cui è stato rilasciato T. sinensis nel 2012, che l’insetto antagonista della vespa cinese si è facilmente ambientato: le percentuali di parassitizzazione sono alte e superiori alle aspettative, fino al 65% nei castagni dei Boschi di Carega. Proprio da questo sito, in febbraio sono state raccolte 8000 galle che sono state poi gestite dal Laboratorio dell’Università di Modena e Reggio Emilia per ottenere T. sinenis da redistribuire sul territorio.
Si è potuto constatare anche che il parassitoide si è diffuso nello spazio, colonizzando nuove aree a castagneto, molto più velocemente del previsto. Nel 2015, durante i sopralluoghi in alcune aree non ancora coperte dai rilasci del SFR, si è potuta appurare già la presenza dell’insetto. Pertanto, anche se sarà necessario ancora qualche anno affinché T. sinensis entri in equilibrio con D. kuriphylus, si è già a buon punto e durante la stagione vegetativa, con l’aiuto del clima abbastanza favorevole, si è notato un incremento della vegetazione e della produzione di castagne.
“Si ringraziano: l’Agr. Ivo Botti per il supporto nell’individuazione dei castagneti in cui effettuare i rilasci; i castanicoltori del Consorzio Appennino Parma Ovest ed altri, anche hobbisti, per il contributo nella diffusione del parassitoide; la Dr.ssa Cavalieri dell’Ente Parchi Emilia Ovest e tutti coloro che hanno dato la loro disponibilità per la raccolta delle galle nei Boschi di Carega, nonché tutti coloro che hanno creduto nel progetto e soprattutto le persone che ho incontrato in questi anni che con passione cercano di salvare i magnifici castagni secolari che caratterizzano e valorizzano il nostro territorio”. Chiara
Attività lotta biologica 2014
Si è conclusa anche per il 2014 l’attività di lotta biologica contro la temibile vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus) che sta devastando i castagneti del nostro Appennino.
In provincia di Parma questa attività è partita nel 2011. Solitamente viene svolta a fine aprile, inizio maggio, quando cominciano ad essere ben visibili le galle sulle foglie e sui rametti causate dalla vespa. Vengono rilasciati, per ogni zona castanicola precedentemente selezionata, 100 femmine e 50 maschi di Torymus sinensis, insetto parassitoide che depone le uova nelle galle, le larve neonate si nutrono delle larve della vespa portandole a morte. Questo insetto si deve ambientare, moltiplicarsi e diffondersi, pertanto gli effetti della lotta biologica si vedranno nel lungo periodo (ci vorranno anni perché si noti visivamente una riduzione del numero di galle); siamo comunque a buon punto e ad ora sono stati effettuati 33 rilasci gratuiti eseguiti dalla Dr.ssa Delvago del Consorzio Fitosanitario di Parma per conto del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna.
In particolare, quest’anno, grazie al progetto nazionale finanziato dal MiPAF e dalla Regione EMR, nonché all’attività svolta dall’Università di Reggio Emilia e Modena, ho potuto rilasciare gli insetti parassitoidi antagonisti della vespa cinese in 14 località della Provincia: Cà de’ Ruchein (Albareto), Bansuolo (Bardi), Foppiano (Bedonia), Boschetto e Cataia (Berceto), Vighini e Belforte (Borgotaro), Cereseto (Compiano), Monte Brezza (Sala Baganza), Cerreto (Tizzano), Sede Parco e Bosco (Corniglio), Castello eLa Valle(Valmozzola).
Anche alcuni privati e Consorzi di castanicoltori hanno contribuito alla lotta biologica mediante l’acquisto degli insetti utili per un totale di 51 rilasci. Si ringrazia quindi il Consorzio dei Castanicoltori dell’Appennino Parma Ovest, ed in particolare il suo referente Agr. Botti Ivo, e il Consorzio del Monte Fuso, per aver contribuito alla diffusione del parassitoide allo scopo di salvaguardare il nostro bellissimo patrimonio castani colo costituito anche da piante secolari.
Un consiglio per i coloro che vedono i loro castagni deperire: in attesa di una diffusione di questo insetto su larga scala è importante che i castagni vengano sostenuti con concimazioni a base di pollina o letame (distribuiti in autunno e/o primavera) e ripuliti dalle parti secche e ammalate di cancro corticale.
Qui potete scaricare il programma di controllo della vespa cinese del castagno realizzato dalla Regione Emilia Romagna: Consuntivo Dryocosmus 2014
Attività lotta biologica 2013
Nel 2013, all’inizio di maggio sono stati effettuati rilasci gratuiti (finanziamenti del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e della Regione Emilia-Romagna) in 10 località: Ariolla (Neviano degli Arduini) in collaborazione con il Consorzio del Monte Fuso, Casarola (Monchio delle Corti) in collaborazione del Consorzio Forestale Val Cedra e Val Parma, Valbona (Berceto), Baselica e Valdena (Borgotaro), Ravezza (Tornolo), Tomba (Bedonia), Pieve di Gravago (Bardi), Tosca (Varsi) e Bore in collaborazione con il Consorzio Castanicoltori Appennino Parma Ovest. Inoltre, quest’ultimo Consorzio e il Consorzio Monte Fuso hanno provveduto ad acquistare, con propri finanziamenti, gli insetti presso una Società torinese per poter poi effettuare i rilasci in alcuni castagneti selezionati nel territorio di loro competenza. In definitiva, grazie al contributo non solo delle Istituzioni, ma anche dei castanicoltori del nostro Appennino, la lotta biologica alla vespa cinese è in continua espansione, con la speranza che il trend prosegua positivamente anche nei prossimi anni per poter salvaguardare il patrimonio castanicolo parmense, compresi alcuni esemplari di castagno secolari risalenti ai tempi di Maria Luigia che si trovano ancora in talune zone dell’Appennino.