Da alcuni anni, nei vigneti della provincia di Parma, si osserva un aumento di sintomi dovuti a lepidotteri minatori che scavano gallerie di diverso tipo nella lamina fogliare. Nel 2020, in alcuni impianti, tali manifestazioni sono state significative, tanto da indurre alcuni viticoltori ad effettuare segnalazioni e chiedere informazioni. Fortunatamente, queste infestazioni si limitano all’apparato fogliare e compaiono tardivamente, pertanto, per ora, si può affermare che nei nostri vigneti non incidono ancora significativamente sulla produzione.
In Italia, attualmente, sono segnalate tre specie di minatori fogliari: Phyllocnistis vitegenella, Antispila oinophylla e Holocacista rivellei.
Holocacista rivellei è autoctona e occasionale, le larve scavano dapprima mine serpentiformi che poi si allargano a formare una chiazza ovale, le pullulazioni sono rare poiché l’insetto è tenuto controllato dai parassitoidi naturali.
Phyllocnistis vitegenella è nota come minatrice americana della vite, ed è stata importata accidentalmente dal Nord America, si è diffusa velocemente in Italia a partire dal 1994. Anche la larva di questa specie scava una galleria serpentiforme nella foglia.
Queste due specie nei nostri vigneti non hanno mai destato preoccupazione, invece, la specie di cui si è notato un incremento evidente negli ultimi due anni, soprattutto nei vigneti delle zone collinari, è Antispila oinophylla.
Questo microlepidottero fu riscontrato per la prima volta nel 2007 in Trentino e Veneto. Gli adulti sono lunghi 2,3-2,8 mm con apertura alare di 4,8-6,2 mm; presentano ali anteriori color nero lucente con macchie argentee e presentano una fascia mediana suddivisa in due macchie subtriangolari. Le ali posteriori grigio-chiare sono lanceolate con margine posteriore frangiato. Capo e pro-torace sono ricoperte di scaglie argentee; l’addome è scuro superiormente e argenteo inferiormente.
L’insetto sverna come larva matura all’interno di un fodero sul ritidioma del tronco. In primavera le larve completano lo sviluppo e lo sfarfallamento degli adulti (primo volo) avviene a maggio. Gli adulti compiono spostamenti limitati e sono facilmente individuabili sulle foglie grazie ai riflessi lucenti sulle ali. Le femmine possiedono un ovopositore indurito che permette di inserire le uova nella pagina inferiore delle foglie. Le larve, una volta uscite dall’uovo, scavano una “mina” fogliare ovale chiamata stigmatonomio. Aspetto distintivo del danno del minatore fogliare è il lembo fogliare perforato per il distacco del “fodero”, struttura ricavata dalle porzioni di lembi fogliari che la larva ritaglia riunendoli con fili sericei. Successivamente la larva si cala con un filo sericeo, trascinando con sé il fodero, verso il ritidioma o sul terreno dove completerà il suo ciclo. Antispila compie due-tre generazioni annue. Nelle aree di maggior diffusione (Trentino, Veneto) si sono riscontrati copiosi attacchi di questi microlepidotteri con incidenze che vanno da poche a oltre 30 mine/foglia, soprattutto nelle aree collinari e nei vigneti a conduzione biologica. Pertanto, solo in alcuni casi la vegetazione appare fortemente crivellata, riducendo la superficie fotosintetizzante (calo del 20% di superficie fogliare a con infestazione superiore a 20 mine/foglia) e, di conseguenza, influenzando negativamente le rese quantitative e qualitative (calo del grado Brix, aumento dell’acidità totale).
Per quanto riguarda la possibilità di monitoraggio, sono stati sperimentati due feromoni sessuali che sembrano avere buona risposta da parte degli adulti maschi di antispila e sono stati messi a punto i nuovi erogatori per il monitoraggio (Isagro). Il monitoraggio è molto importante per definire le epoche di intervento qualora si rendesse necessario intervenire con insetticidi o sfruttare l’azione collaterale di insetticidi già utilizzati in vigneto. In Trentino si è visto che il volo comincia verso metà maggio, le prime mine sono state osservate a partire dalla seconda decade di giugno, e si sono notati due picchi di volo: metà giugno e metà agosto.
Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari, che vanno effettuati solo in caso di forti infestazioni, risulta buona l’azione di acetamiprid (Epik SL è registrato su tutte le tre specie di minatori fogliari). Nei vigneti a conduzione biologica sembrerebbe avere un effetto collaterale contro tali microlepidotteri la sostanza attiva spinosad (non attualmente registrata contro tali insetti).
Si sta altresì studiando l’azione dei parassitoidi naturali (imenotteri calcidoidei eulofidi), i cui livelli di parassitizzazione sono già significativi nelle aree dove il fillominatore è presente da maggior tempo, a riprova che i nemici naturali autoctoni sono in grado di adattarsi ad un ospite alloctono nel medio-lungo periodo e che è necessario preservarli.
Foto da Informatore Agrario “Antispila sp. minatore fogliare segnalato in Italia su vite”
Mario Baldessari, Gino Angeli – Fondazione «E. Mach» San Michele all’Adige (Trento) | mario.baldessari@iasma.it
Vincenzo Girolami, Luca Mazzon, Carlo Duso – Dipartimento di agronomia ambientale e produzioni vegetali – Università di Padova
Erik J. van Nieukerken – National Museum of Natural History, Naturalis, Leiden (Olanda)