MONITORAGGIO DIABROTICA 2007 IN PROVINCIA DI PARMA
È dal 2003 che il monitoraggio sul territorio provinciale di Parma evidenzia nelle coltivazioni di mais la presenza di un nuovo fitofago proveniente dall’America, il coleottero crisomelide Diabrotica virgifera virgifera.
Come ormai noto, il danno più grave è provocato dall’attività trofica delle larve che cibandosi delle radici delle piante di mais le rende più suscettibili all’allettamento, meno produttive per scarsa capacità di assorbimento di acqua e nutritivi e per maggiori perdite durante le operazioni di raccolta.
Un tipico sintomo che si può riscontrare in campo in seguito a consistenti infestazioni larvali è la presenza di piante con portamento a “collo d’oca”, ovvero piante allettate che tendono a risollevarsi dal suolo curvandosi e formando gomiti. Gli adulti provocano erosioni sulla lamina fogliare e si cibano anche delle sete fiorali dando origine a mancata allegagione di ampie porzioni dell’infiorescenza femminile. L’insetto, lungo circa 5-6 mm, si può riconoscere dal tipico colore giallo con tre strisce scure sul dorso.
Ogni anno pertanto viene effettuato sul territorio provinciale, da parte del Consorzio Fitosanitario, il monitoraggio degli adulti al fine di osservare la diffusione e la quantità della popolazione presente. A partire da metà giugno vengono installate negli appezzamenti di mais ristoppiati le trappole per la cattura degli adulti.
Quest’anno sono state utilizzate trappole di due tipi: a feromoni e cromotropiche. Le prime sono maggiormente efficaci rispetto alle seconde in quanto attirano specificatamente i maschi tramite il rilascio di una sostanza prodotta dalle femmine. Le trappole cromotropiche attirano gli insetti solo per il loro colore giallo.
I primi adulti sono stati osservati al 18 giugno, mentre il picco di catture si è verificato tra fine giugno e inizio luglio (leggermente anticipato rispetto agli anni scorsi); la presenza in campo continua fino a fine estate-inizio autunno.
Le popolazioni di Diabrotica in Emilia Romagna sono ancora contenute rispetto a quelle presenti in altre regioni, anche se in continuo aumento, pertanto in campo non sono stati notati sintomi dovuti all’attività nutritiva larvale e degli adulti.
Questa situazione non ancora allarmante non deve però permettere di abbassare la guardia, è infatti comunque necessario effettuare un buon lavoro di prevenzione per evitare che tali popolazioni possano raggiungere livelli dannosi tali da compromettere la produzione maidicola.
Ricordiamo che Diabrotica è stata inserita nella lista degli organismi nocivi da quarantena proprio per la sua dannosità e l’elevato potenziale biotico. Infatti, considerando che una femmina fecondata può deporre in media 400-500 uova, si può comprendere come le popolazioni possano incrementare in modo esponenziale e se non vengono attuate le necessarie restrizioni, come il divieto di ristoppio, nel giro di 2-3 anni si potranno avere i primi danni in campo.
Per impedire all’insetto di raggiungere densità dannose occorre applicare in modo più rigido le norme previste dal decreto di lotta obbligatoria (DM 21 agosto 2001): di fondamentale importanza è evitare di ristoppiare il mais e quindi puntare verso una rotazione colturale almeno biennale. Questa lotta di tipo agronomico, permette con maggior efficacia rispetto ai trattamenti chimici (concia del seme, uso di geodisinfestanti e trattamenti insetticidi contro gli adulti) il contenimento delle popolazioni di Diabrotica. Le femmine infatti, in agosto dopo gli accoppiamenti, depongono le uova nel terreno dove c’è mais e le larve che nascono l’anno successivo, se non trovano le radici di questa coltura di cui nutrirsi sono destinate a morire.
il Servizio Fitosanitario regionale, come ogni anno, sta predisponendo una Determinazione per la lotta a Diabrotica relativamente al 2008.
Essa prevede, in tutti i comuni della provincia di Parma (zana di insediamento), il divieto di procedere al ristoppio del mais (questo divieto si ritiene rispettato anche nel caso in cui la semina del mais venga posticipata in epoca successiva al 1° giugno), nonché il divieto di trasportare nelle regioni italiane e negli altri paesi della Comunità europea non ancora interessati da infestazioni di Diabrotica piante o parti di piante di mais allo stato fresco, compreso il trinciato integrale ed il pastone di pannocchie e di spostare terreno che abbia ospitato mais nell’anno in corso o in quello precedente.
Solo sulla base di una richiesta motivata, tramite la compilazione di apposito modulo da consegnare entro il 30 marzo e comunque prima dell’avvio delle semine, il Consorzio Fitosanitario potrà concedere deroghe al divieto di ristoppio. Gli appezzamenti ristoppiati verranno monitorati con apposite trappole, in caso di catture elevate dovrà essere eseguito un trattamento contro gli adulti nella seconda metà del mese di luglio oppure interrompere il ristoppio per l’anno successivo. La richiesta di deroga può avvenire al massimo per tre anni consecutivi, al 4° anno è comunque necessario interrompere la monosuccessione. Si invitano pertanto gli agricoltori ad effettuare scelte alternative al ristoppio del mais. Ad esempio, dato l’aumento del prezzo del frumento si potrebbe pensare di seminare tale coltura per interrompere il ristoppio e introdurre una rotazione colturale di almeno 2 anni.