Popillia japonica

POPILIA JAPONICA

E’ una specie originaria del Giappone e presente in diversi altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, dove causa ingenti danni e un significativo ricorso a trattamenti insetticidi per il suo controllo, in Europa era nota solamente nelle isole Azzorre (Portogallo).

Il primo avvistamento in Italia risale al 2014, in alcuni comuni settentrionali della Valle del Ticino, al confine tra le regioni Lombardia e Piemonte. Al momento la specie risulta diffusa nelle due Regioni e in espansione verso la provincia di Piacenza.

Questo insetto è un organismo nocivo da quarantena per l’Unione Europea (Reg.UE 2019/2072). Il decreto ministeriale 22 gennaio 2018 definisce le misure d’emergenza per impedire la diffusione di Popillia japonica nel territorio della Repubblica italiana.

BIOLOGIA E DANNI

Popillia japonica compie alle nostre latitudini una sola generazione all’anno. Gli adulti emergono dal terreno a partire dal mese di giugno e si spostano sulle numerosissime specie di piante ospiti, più di 300 (tra cui ornamentali, orticole, frutticole e vite) per l’alimentazione e l’accoppiamento, preferendo, per quanto possibile, esposizioni soleggiate. I danni sono visibili su foglie e frutti e sono aggravati dal comportamento fortemente gregario dell’insetto. Le lamine fogliari vengono divorate lasciando solo le nervature, mentre i frutti vengono totalmente distrutti. L’epoca di volo va da giugno a settembre, con il picco di presenza verso metà luglio. Gli adulti si possono spostare autonomamente in volo nel breve raggio, mentre la diffusione sulle medie e lunghe distanze è dovuta al commercio e agli spostamenti dell’uomo (insetto autostoppista).

La deposizione delle uova avviene sotto il cotico erboso, in prati umidi di graminacee, all’interno di gallerie profonde 5-10 cm. Le larve si spostano orizzontalmente e verticalmente nel terreno e con il calare delle temperature, o nella stagione più secca, tendono a spostarsi in profondità, dove l’umidità è maggiore. Nei mesi invernali la popolazione, composta in prevalenza da larve di III età, staziona nel terreno ad una profondità variabile tra i 10 e i 25 cm. In primavera si spostano nuovamente negli strati più superficiali del terreno dove riprendono l’attività trofica a carico delle radici delle piante. In tarda primavera, completato lo sviluppo e raggiunti circa 32 mm di lunghezza, le larve di III età si impupano all’interno di celle terrose.

I manti erbosi dei campi sportivi risultano quindi adatti allo sviluppo delle larve e perciò molto vulnerabili, manifestando diradamento, ingiallimento ed avvizzimento delle plantule, con la comparsa di evidenti macchie di erba morta generalmente a fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte e distacco delle zolle erbose.

MONITORAGGIO

Il Decreto Ministeriale 22 gennaio 2018 definisce le misure d’emergenza per impedire la diffusione di Popillia japonica nel territorio della Repubblica italiana, con la realizzazione di indagini annuali per rilevarne l’eventuale presenza sul territorio nazionale. Il monitoraggio, obbligatorio per legge, rappresenta un aspetto fondamentale per individuare tempestivamente nuovi focolai d’infestazione ed intervenire subito al fine di procedere all’eradicazione.

Gli ispettori del Consorzio Fitosanitario di Parma sono responsabili del monitoraggio dell’insetto da quarantena nel territorio della Provincia. Tale monitoraggio, condotto ogni anno ormai da cinque anni, viene effettuato sia mediante controllo visivo, sia attraverso l’installazione di trappole con attrattivi per gli adulti (feromoni e kairomoni) nei punti a rischio di introduzione dell’insetto (vivai, caselli e parcheggi autostradali, outlet e centri commerciali, porti lungo il Po, interporto, aeroporto). Tali trappole vengono controllate ogni settimana da inizio giugno fino a fine settembre.

Se nel 2017 e nel 2018 non si sono avute catture, a partire dal 2019 si è avuta la prima segnalazione dell’insetto nel territorio parmense, con un solo adulto catturato presso il casello autostradale di Fidenza. A seguire, nel 2020 sono stati catturati altri due individui in due trappole diverse (nei pressi dell’interporto di Fontevivo e nei pressi del parcheggio autostradale di Fontanellato). 

Durante i monitoraggi dell’anno 2021 sono stati rinvenuti tra la fine di giugno e la fine di agosto cinque adulti singoli in trappole posizionate a Parma (un individuo vicino al casello autostradale) e Fontanellato (due individui a ridosso del parcheggio autostradale e due nell’area di sosta per camper). Fortunatamente, durante i numerosi e diffusi monitoraggi visivi in parchi ed aree verdi urbane, giardini privati, vivai e coltivazioni erbacee e arboree della provincia non sono stati rilevati ulteriori esemplari di questa specie. Quelli delle trappole sarebbero quindi ritrovamenti occasionali che non hanno dato seguito ad altre catture, ma l’aumento della frequenza fa pensare che nei prossimi anni potremmo avere i primi focolai di insediamento, considerando che l’insetto ha conosciuto una lenta ma costante espansione sul territorio lombardo e nelle regioni confinanti, stimata di circa 10 km all’anno (dati ERSAF).

Pertanto, l’allerta rimane massima e si invitano i cittadini a segnalare eventuali esemplari sospetti (come quelli raffigurati nelle immagini dell’articolo) al nostro ufficio: tel 0521/292910, e-mail fitosanparma@regione.emilia-romagna.it.

Il Servizio Fitosanitario regionale ha emanato la Determinazione n° 22382 del 22/11/2021 recante “Procedure di attuazione per il contrasto e il controllo di Popillia japonica per l’anno 2021 e successivi” sul territorio regionale 

RICONOSCIMENTO

Gli adulti di Popillia japonica, lunghi 8-11 mm, possono sembrare molto simili ad alcuni coleotteri autoctoni (Phylloperta horticolaAnomala sp. e Cetonia aurata fra i più comuni), ma si riconoscono inequivocabilmente per la presenza di 6 ciuffi bianchi per lato (12 in totale), con gli ultimi 2 particolarmente sviluppati. Le larve sono del tutto simili a quelle di molti coleotteri Cetoniidae e Melolonthidae (maggiolini), bianche e a forma di C.

METODI DI LOTTA

In caso di ritrovamento dell’insetto, o anche per il solo sospetto della presenza, è obbligatorio per legge effettuare una segnalazione al Servizio Fitosanitario e/o ai Consorzi Fitosanitari Provinciali: gli Ispettori fitosanitari devono verificare che si tratti effettivamente di Popillia  In caso di positività, si prescriveranno tutte le misure fitosanitarie necessarie per attuare l’eradicazione dell’insetto.

Nel caso in cui si trovino pochi esemplari di adulti in un orto o in un giardino, questi si possono raccogliere ed eliminare manualmente. Per proteggere i frutti si può coprire la chioma degli alberi con una rete antinsetto. In presenza di un’infestazione significativa è necessario intervenire con prodotti fitosanitari abbattenti a base di deltametrina oppure prodotti che penetrano nei tessuti e agiscono anche per ingestione a base di acetamiprid o clorantraniliprolo. Il ricorso a reti antinsetto, soprattutto se associato ai trattamenti insetticidi, è utile per prevenire il danno merceologico su produzioni ortofrutticole.

Per il controllo delle popolazioni larvali è consigliabile moderare le irrigazioni tra giugno e agosto allo stresso necessario (le larve e le uova sono molto sensibili alla disidratazione). Le lavorazioni meccaniche del terreno, come fresature o lavorazioni profonde, effettuate in primavera e/o in autunno, posso contribuire ad abbattere le popolazioni larvali. Buoni risultati, anche se non risolutivi, sono stati ottenuti dal Servizio Fitosanitario della Lombardia con la distribuzione nei prati di un prodotto a base del fungo entomopatogeno Metarhizium anisopliae. Anche il nematode entomoparassita Heterorhabditis bacteriophora sembra essere efficace se applicato quando le larve sono nel secondo stadio di sviluppo (agosto inoltrato – settembre) e se all’applicazione segue un’irrigazione con elevati volumi di acqua. Si consiglia di distribuire nelle ore serali in quanto molto sensibili ai raggi UV.

Importante, in ogni caso, NON utilizzare le trappole per la cattura massale, poiché richiamano molti più insetti di quelli che riescono a catturare con la conseguenza di aumentare il danno sulla vegetazione che si vuole proteggere. Le trappole sono infatti un utile mezzo di monitoraggio per i tecnici del Consorzio, ma se non controllate periodicamente si rischia di attirare l’insetto in aree dove la specie non è ancora presente, allargando così l’area di naturale diffusione.

Si ricorda che è sempre vietato trattare nei periodi di fioritura delle piante ed è comunque necessario in ogni caso rispettare le prescrizioni previste in etichetta. Il Consorzio Fitosanitario è sempre a disposizione per qualunque ulteriore informazione.

RINGRAZIAMENTI E FONTI:

Si comunica che tutte le immagini presenti in questa pagina provengono dai siti istituzionali dei seguenti enti, che si ringraziano per la gentile disponibiltà:

Ersaf Lombardia

SETTORE FITOSANITARIO E SERVIZI TECNICO-SCIENTIFICI – REGIONE PIEMONTE: raggiungibili ai seguenti link:

Servizi fitosanitari e PAN

Lotte obbligatorie – Coleottero scarabeide del Giappone (Popillia japonica Newman)

Attività di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola