Processionaria del Pino

Processionaria del pino

Traumatocampa pytiocampa Denis & Schiffermüller 

COS’È

La processionaria del pino è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Taumetopeidi che si ciba degli aghi di tutte le specie di pino, in particolare pino nero, pino silvestre e pino marittimo, ma anche di alcune specie di cedro. Le larve, oltre a danneggiare le piante, sono pericolose per l’uomo e per gli animali a causa della presenza sul corpo di sete urticanti.

IDENTIFICAZIONE

Adulto: ali anteriori grigie attraversate trasversalmente da 2-3 striature più scure e ali posteriori bianche con una macchia nera vicino al margine inferiore, l’apertura alare è di 35-50 mm.

Uova: sferoidali di colore grigio-argenteo e con diametro di 1 mm, vengono deposte a manicotto intorno a due aghi comprendenti fino a 300 elementi.

Larva: dorsalmente di colore grigio-ardesia e giallastra ai lati ed al ventre, è fornita di peli di colore ruggine e di sete urticanti; a maturità raggiunge 40 mm di lunghezza.

Crisalide: bruno-rossastra

CICLO BIOLOGICO

La processionaria del pino compie una sola generazione l’anno. Lo sfarfallamento degli adulti avviene scalarmente tra la fine di giugno e l’inizio di agosto, generalmente durante le ore notturne. Dopo gli accoppiamenti, le femmine nell’arco di una notte raggiungono la chioma della pianta, depongono le uova e poi muoiono. Le uova vengono deposte in gruppi di 70-300 elementi a formare un manicotto attorno agli aghi. Lo sviluppo embrionale dura 30-45 giorni e, a partire da metà agosto, nascono le larve che vivono gregarie fin da subito. Dapprima costruiscono un nido sericeo provvisorio, successivamente il nido definitivo o invernale preferenzialmente localizzato nelle parti più alte della chioma, all’estremità dei rami più soleggiati esposti a sud. Durante il giorno le larve escono dai nidi per nutrirsi degli aghi, ma a partire dalla terza età si nutrono prevalentemente di notte; solo nei mesi più freddi esse smettono di alimentarsi. In primavera, con i primi caldi, la processionaria riprende l’attività e completa il suo ciclo: tra febbraio e inizio aprile le larve mature abbandonano i nidi e scendono lungo i tronchi in fila indiana per andare a cercare un luogo nel terreno in cui incrisalidarsi.

DANNI

In seguito all’attacco delle larve di processionaria le piante ospiti, specialmente quelle più giovani, subiscono notevoli ritardi vegetativi a causa della riduzione, a volte drastica, della superficie fotosintetizzante, si indeboliscono e diventano facile preda di altri parassiti (scolitidi, pissode, ecc.). Le infestazioni interessano soprattutto piante ubicate in versanti soleggiati, nelle zone perimetrali dei boschi di conifere e sono soggette a forti fluttuazioni negli anni. Oltre ai danni alla vegetazione, le larve di terza età sono pericolose per i peli urticanti che liberati nell’ambiente possono creare irritazioni cutanee, alle mucose, agli occhi e alle vie respiratorie.

LOTTA

A partire dal 05/01/2022, con la pubblicazione del DM 6 dicembre 2021, è stato abrogato il DM 30 ottobre 2007 che prevedeva l’obbligatorietà della lotta contro la processionaria del pino.

Tale insetto è considerato ormai endemico nel territorio italiano e, dal punto di vista fitosanitario, si è verificato che non minaccia seriamente la sopravvivenza dei popolamenti arborei (pinete, rimboschimenti, boschi misti) di pino, mentre rimane comunque un problema dal punto di vista sanitario, ossia riguarda la salute pubblica. Da questo punto di vista, l’autorità sanitaria competente può disporre eventuali interventi di profilassi, ad es. mediante l’emissione di Ordinanza Sindacale.

Per poter controllare le popolazioni di processionaria del pino è possibile intervenire in diversi momenti dell’anno utilizzando diverse metodologie di lotta.

In inverno, preferibilmente nel mese di gennaio, occorre procedere all’asportazione e alla distruzione dei nidi (lotta meccanica), mettendo in atto tutte le misure cautelative al fine di evitare il contatto con le larve.

Ad inizio febbraio, nel caso in cui non sia stato possibile asportare i nidi, è possibile posizionare sul tronco delle piante infestate trappole a fascia o collare per la cattura delle larve durante la loro discesa a terra.

Al fine di prevenire ulteriori infestazioni, all’inizio dell’estate è possibile installare trappole per la cattura massale degli adulti maschi (allo scopo di ridurre la possibilità riproduttiva della specie) che andranno poste in posizione medio-alta e sul lato sud-ovest delle piante in numero di 6-8 ad ettaro. Questa tecnica è valida soprattutto se utilizzata per nuclei boschivi abbastanza isolati, mentre l’efficacia è più limitata se applicata a poche piante o piante isolate.

In settembre si può intervenire con 1-2 trattamenti alla chioma utilizzando preparati microbiologici a base di Bacillus thuringiensis var.kurstaki che non presentano tossicità nei confronti dell’uomo o di altri vertebrati e degli insetti utili. Il prodotto va preferibilmente distribuito verso sera e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in modo uniforme e alle dosi di 100-150 g/hl d’acqua per trattamenti contro larve neonate, oppure fino a 300-350 g/hl in caso di presenza di larve già grosse. La miscela andrebbe acidificata con apposti prodotti, dato che le nostre acque sono tendenzialmente basiche, al fine di avere la massima efficacia.

In alternativa al trattamento chimico in chioma è possibile eseguire in primavera un intervento insetticida in endoterapia (iniezioni al tronco) con prodotti appositamente registrati per questa particolare tecnica contro processionaria. 

Si precisa che in ambito di aree frequentate dalla popolazione e gruppi vulnerabili non è attualmente possibile, per le norme in essere, eseguire lotta insetticida chimica (utilizzo di prodotti fitosanitari).

Si consiglia di non porre a dimora conifere del genere Pinus ad un’altitudine inferiore ai 500 m s.l.m. e, in ogni caso, nelle zone particolarmente colpite dal parassita.